Con i Green Day sul palco può succedere (ancora) di tutto
Sono passati quasi tre decenni da quando nel 1994 l’album “Dookie” catapultò i Green Day, alla loro terza prova di studio, fuori dall’underground e fece conoscere al pubblico mainstream il loro punk rock, ispirato all’hardcore melodico di gruppi come Bad Religion, ma caratterizzato da sonorità più accattivanti e un’attitudine più immediate e “pop”. Da allora il frontman Billie Joe Armstrong, il bassista Mike Dirnt e il batterista Tré Cool hanno mantenuti intatti la frenesia e il modo di raccontare il loro presente, con toni schietti talvolta anche ironici o critici, ma hanno esplorato in varie forme la loro cifra stilistica tanto da farsi portavoce di diverse generazioni. Dopo oltre trent’anni di carriera, e addirittura dopo una pandemia che per un lungo periodo ha costretto lo stop dei grandi eventi dal vivo, nella calda giornata del 15 giugno sul prato dell’Ippodromo Snai La Maura di Milano si radunano così sia veterani sia ragazzi giovanissimi, per rivedere la formazione di “Basket case” di nuovo in azione in Italia. Ci sono quindi alcuni fan della prima ora, che probabilmente scoprirono i Green Day all’inizio dei Novanta e che ora magari sono al concerto con i figli, molti adolescenti, e soprattutto il pubblico che stava crescendo nel 2004 quando la band riesplodeva grazie ad “American Idiot”, e che ha ancora voglia di saltare e pogare. Ecco che sul palco della terza e ultima giornata del festival IDays, come a voler celebrare la loro storia insieme ai fan italiani e soddisfare l’attesa di tutti, a distanza di cinque anni esatti dalla loro ultima partecipazione alla manifestazione allora all’Autodromo di Monza, e dopo due anni di rinvii per il Covid, Billie Joe e soci portano in scena un concerto che è una sorta di “greatest hits”. Dal vivo, però, il gruppo non vuole risparmiarsi e anche i tradizionali momenti di interazione con i fan o le solite improvvisate, sorprendono ed emozionano il pubblico, come a dimostrare che con i Green Day sul palco può succedere ancora di tutto.
“Hey ho! Let's go”
“Hey oh! Let’s go”: è il segnale che la band è ormai pronta per andare in scena, mentre gli altoparlanti riproducono “Blitzkrieg Bop” dei Ramones e la mascotte con il tipico costume gigante da coniglio rosa intrattiene la folla. Subito dopo le ultime note del classico dei loro idoli, i Green Day saltano sul palco, senza troppe moine, e tutti raggiungono di corsa la propria postazione. Il pubblico sul prato è già carico, dopo essersi iniziato a scaldare con l’esplosività degli Amyl and the Sniffers (qui la galleria fotografica), quartetto australiano capitanato dalla cantante Amy Taylor, e con i Weezer. Rivers Cuomo e compagni a Milano alzano persino cori, e l’aria è già frizzante ancora prima degli headliner con i loro singoli più noti come, “Island in the sun” o “Buddy Holly”, e le cover di “Enter Sandman” dei Metallica (già riletta per il progetto tributo al cosiddetto “The black album” per il trentennale della sua uscita) e di “Africa” dei Toto.
Alle 21.20 circa, in perfetto orario come da programma e con il sole cuocente ormai tramontato dietro la struttura dell’imponente palcoscenico, dominato giusto da due megaschermi laterali e uno centrale, Billie Joe e soci danno il via allo show e la risposta del parterre è quindi immediata. Soprattutto perché la canzone scelta per aprire le danze è l’ormai iconica “American Idiot” e bastano i primi accordi per portare l’entusiasmo dei fan alle stelle e far esplodere lo show, che per tutta la sua durata non prevede pausa e nemmeno il momento dei bis. Armstrong si dimostra ancora una volta un grande intrattenitore e un ottimo performer, mentre il basso di Mike Dirnt avvolge il suono, e la batteria di Tré Cool non manca di essere spericolata come sempre. L’esplosività dei Green Day non perde mai la sua carica e ai presenti arriva tutta l’euforia e la capacità di questo musicisti, supportati dal tastierista Jason Freese insieme ai chitarristi Kevin Preston e Jason White, di divertirsi, fare divertire e regalare momenti di musica suonata sul serio uniti a un grande intrattenimento.
"Il 2020 ha fatto schifo, ma il 2022 è un po' meglio”: la bellezza dei live
A partire dalla title track del loro album più ambizioso e amato, “American Idiot”, Billie Joe e compagni offrono agli oltre dichiarati 45 mila fan un concerto che riesce a essere un crescendo senza limiti. In scaletta non mancano quindi alcune chicche del gruppo come “Holiday” o “Know your enemy”, che regala anche la prima occasione a uno dei fan più fortunati tra le prime file di venir scelto dal frontman per salire sul palco con la band e provare l’adrenalina di lanciarsi sulla folla. Non sono però solo le interazioni dei Green Day con gli spettatori e le grandi hit, tra cui non mancano nella prima parte del live “Boulevard of broken dreams” e “Welcome to Paradise”, a fare del concerto uno spettacolo ben riuscito che non delude e non perde piglio per un secondo. È infatti anche grazie al clima di festa che arriva dalla scena e contagia i presenti a rendere speciale la serata. La velocità e l’elettricità della musica, unite alla simpatia e all’instancabilità degli artisti arrivano dirette in faccia al pubblico, tanto che quasi ci si dimentica di chiedersi perché la scaletta non includa brani tratti dal più recente album “Father of all motherfuckers” del 2020, ma preferisca pescare solo dai dischi più classici o incisivi della carriera del trio californiano e suonare solo il singolo dello scorso anno “Pollyanna” come novità. Il live passa infatti a rassegna lavori come “Dookie”, “Nimrod”, “Insomniac”, “Warning”, seguiti solo da “American idiot” e “21st Century breakdown”, così che uno dei momenti musicalmente migliori viene regalato dagli oltre nove minuti con cambi di ritmo e atmosfere di quel gioiello che è “Jesus of suburbia”, mentre numerosi cori si levano e frenetici poghi prendono il via nel pit su - per esempio - “21 guns” o la storica “Basket case”. “Minority”, invece, vede un’altra fortuna fan salire sul palco e finire per imbracciare una chitarra e istruita dallo stesso Billie Joe, duettare al microfono con il frontman. Le emozioni e la scossa di vitalità che trasmettono i Green Day sottolineano poi la bellezza dell’imprevedibilità dei live, che offrono la possibilità agli artisti di mescolare le carte in tavola e strimpellare - tra le altre cose - i primi accordi alla chitarra di “Iron man” dei Black Sabbath, alzando cori e una standing ovation, prima di eseguire “Hitchin' a ride”. Durante il concerto c’è anche spazio per la cover di “Rock and roll all nite” dei Kiss, presente nelle scalette dei concerti della band dallo scorso anno e di cui il gruppo ha pubblicato diverse sue versioni live sulle piattaforme di streaming, oppure per un buffo sketch che vede Billie Joe con indosso un paio di occhiali ricevuti dalla folla, dirigere il pubblico mentre il sax suona “Careless whisper” di George Michael.
La fine dello show degli alfieri della Bay Area, giunge dopo ventidue brani per circa un’ora e quaranta di musica, con l’unico attimo del concerto che porta un attimo di quiete. Billie Joe Armstrong è qui lasciato solo sul palco, per una emozionale performance acustica della storica “Good riddance (Time of your life)”. Quando i fari dell’Ippodromo si accedono e il pubblico, ancora frastornato da quel muro di suono che l’ha investito, si deve dirigere verso l’uscita, l’euforia ha alla fine il sapore di quell’arpeggio di chitarra acustica su “It's something unpredictable / But in the end, it's right / I hope you had the time of your life”. In testa, invece, risuonano le ultime parole rivolte dal frontman dei Green Day alla folla: “Ci sono voluti due anni per tornare qui, ma siamo felice di essere ora insieme stasera. Il 2020 ha fatto schifo, ma il 2022 è un po' meglio”.
Scaletta:
American Idiot
Holiday
Know Your Enemy
Pollyanna
Nice Guys Finish Last
Boulevard of Broken Dreams
Longview
Welcome to Paradise
Hitchin' a Ride
Rock and Roll All Nite (Cover dei KISS)
Brain Stew
St. Jimmy
When I Come Around
Waiting
21 Guns
Minority
Knowledge (Cover degli Operation Ivy)
Basket Case
King for a Day
Shout (Cover degli Isley Brothers)
Wake Me Up When September Ends
Jesus of Suburbia
Good Riddance (Time of Your Life)